Close Reading: un esempio di ricerca narrativa | Trame Formazione
05 giugno 2019, scritto da Francesca Memini
categoria: Letture
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Close Reading: un esempio di ricerca narrativa

Non è sempre facile distinguere tra Ricerca Narrativa e Medicina Narrativa. In questo articolo provo a fare un po' di chiarezza a partire da una pubblicazione scientifica che utilizza il close reading come strumento di ricerca
Medicina Narrativa, approccio narrativo, ricerca narrativa e narrative inquiry: ammetto che a volte faccio fatica a capire le differenze tra questi termini. Per questo negli ultimi mesi, con l'aiuto di Venusia Covelli, ho deciso di rimettermi sui libri, studiando manuali e le fonti originali che trattano di questi temi. (Eh sì, non si smette mai di imparare!). 
Anticipo le prime conclusioni di questo lavoro: quello delle narrazioni non è il mondo delle definizioni chiare e distinte, piuttosto degli intrecci. 

Gli esempi spiegano meglio di tante teorie, così ho deciso di iniziare dalla descrizione e dal commento di una recente pubblicazione scientifica, che intreccia il metodo del Close Reading, utilizzato nella formazione di Medicina Narrativa da Rita Charon, con la Narrative Inquiry e anche con un altro tema che da sempre mi sta a cuore: quello delle narrazioni digitali.

Ho pubblicato il post originale sul sito della Società Italiana di Medicina Narrativa  (SIMeN) , dove potete leggerlo nella versione integrale. 
Comincia così...

Close Reading e narrazioni online


È stato da poco pubblicato un articolo scientifico Reading Between the Lines: A Five-Point Narrative Approach to Online Accounts of Illness, uno studio originale che credo possa incuriosire tutti coloro che si occupano di Medicina Narrativa e chiarire con esempi concreti che cos’è la competenza narrativa.
Gli autori hanno messo a punto un framework di interpretazione delle narrazioni online, sviluppato su modello del Close Reading di Rita Charon, e l’hanno applicato a 214 narrazioni autobiografiche sul melanoma, raccolte online.

Che cos’è il Close Reading

Definito “the signature method of narrative medicine” il Close Reading prende spunto da diverse discipline – la critica letteraria, la fenomenologia, la narratologia, l’antropologia, ecc – per fornire al curante uno strumento capace di fortificare la competenza narrativa, in particolare la capacità di ascoltare con attenzione.
Lo scopo del close reading è di farsi coinvolgere profondamente con le persone e le loro storie, comprendendo come “il significato di un testo è veicolato nella relazione dinamica tra ciò di cui si racconta e come è costruita la narrazione” (Charon, 2006).
Il close reading:
È il punto di partenza per imparare ad ascoltare con attenzione.
Migliora la consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e dei meccanismi di costruzione dei significati
Favorisce l’empatia e l’esplorazione dei punti di vista diversi
Educa a uno sguardo critico e non ingenuo alle storie
Insegna a stare nell’incertezza e nell’ambiguità del testo
È un metodo inclusivo e partecipativo 
È un processo relazionale, in cui si mettono in pratica dinamiche comunicative e di co-costruzione di gruppo;

Gli autori dello studio spostano il Close Reading dal classico setting pedagogico, a quello della ricerca qualitativa. Un passaggio che forse può risultare arbitrario, ma che, a mio avviso, testimonia quanto possono essere sfumati i confini tra le pratiche narrative (in questo caso la Narrative Inquiry e il Close Reading), senza essere in contraddizione tra loro in quanto condividono una medesima “postura”. 

Gli obiettivi dello studio e il framework proposto

Lo studio non ha l’obiettivo principale di comprendere l’esperienza delle persone con melanoma (anche se di fatto, l’esperienza dei ricercatori li porterà ad acquisire questa comprensione), ma quello di descrivere come funziona la competenza narrativa nel close reading delle storie online, secondo lo specifico framework proposto.“Our goal was to profile narrative competence through engagement with both form and content of online narratives of people with melanoma”.

Attraverso la comprensione del come viene raccontata la storia, si accede al cosa, al significato dell’esperienza che l’autore vuole veicolare. L’attenzione è quindi rivolta sia ai temi trattati, sia alla struttura della narrazione, ma anche alla dimensione intersoggettiva che caratterizza la narrazione. 
Il framework propone 5 caratteristiche della narrazione come “prompt interpretativi”:
tempo: la rappresentazione del passato, presente e futuro;
spazio: il posizionamento e il movimento di personaggi ed eventi all'interno di regni fisici e geografici;
voce: le personalità e i punti di vista che vengono comunicati mentre i narratori parlano al pubblico e i personaggi parlano tra loro;
metafore: il linguaggio metaforico usato per descrivere un sentimento, una situazione o un evento;
genere: il tipo di testo determinato dai codici e dalle convenzioni comuni della costruzione narrativa.

Sono state selezionate storie con le seguenti caratteristiche: narrazioni di esperienze personali con il melanoma, autobiografiche, non -fiction, scritte in inglese, pubblicate su internet, nel formato di storia breve (non blog, non racconto interattivo), creato autonomamente. 

Pensare con le storie


To think about a story is to reduce it to content and then analyze the content … to think with a story is to experience it affecting one’s own life and to find in that effect a certain truth of one’s own life.” (Frank, 1995)